Paolo Assogna presenta il suo libro «Trigoria. La tana dei lupi»: tutti gli aneddoti mai raccontati del centro sportivo della Roma

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Italia e Portogallo sono due paesi molto distanti territorialmente ma, in campo calcistico, nelle ultime settimane sono più vicini che mai. Inter e Juventus, infatti, sfideranno rispettivamente Benfica e Sporting Lisbona nei quarti di finale di Champions ed Europa League. Claudia Garcia, giornalista portoghese di Rai Sport, è intervenuta in esclusiva ai microfoni di Numero Diez per commentare queste due importanti sfide. Di seguito l’intervista integrale.

SPORTING LISBONA

Come descriverebbe la stagione dello Sporting Lisbona finora?

“È una stagione che ha avuto un po’ di alti e bassi, in campionato sono usciti dalla lotta per lo scudetto molto presto. Non sono riusciti a tenere il passo nemmeno per il secondo e il terzo posto, perché in questo momento sono lontani. Però è una squadra che ha avuto diverse rivoluzioni in quest’ultimo periodo: hanno venduto diversi giocatori, come Matheus Nunes, che era un giocatore molto importante, o anche Pedro Porro al Manchester City. Tanti sono stati ceduti, quindi la squadra è già stata modificata diverse volte.

L’allenatore, Rúben Amorim, è molto bravo ed è sempre riuscito nell’impresa di mantenere la forza del gruppo. È un leader e i calciatori lo seguono. Nonostante i cambiamenti, non ha mai perso il gruppo e la sua idea di gioco. Lo Sporting è una squadra che comunque in Europa League sta andando molto bene, perché già in Champions era andata benino e stava per qualificarsi agli ottavi. Hanno fatto buoni risultati in quello che, secondo me, era il girone più duro ed equilibrato. Poi anche in Europa League i risultati parlano da sé: eliminare l’Arsenal in casa, che è leader in Premier League, penso che dia forza alla squadra in tutto”.

Quali sono le aspettative dei tifosi dello Sporting Lisbona per il match contro la Juventus?

“I tifosi pensano che si possa vincere. In Portogallo i supporters hanno sempre un atteggiamento vincente in Europa: così come i tifosi del Benfica pensano che possano battere l’Inter, quelli dello Sporting pensano di poter vincere contro la Juventus. Ovviamente la Juve è una squadra che difende molto bene, quindi sarà una gara più difficile rispetto a quella contro l’Arsenal. Secondo me, alla fine, i bianconeri sono favoriti e penso che passeranno il turno. Però penso che sarà una partita dura per la Juve, perché lo Sporting è un club che gioca un calcio moderno”.

Chi sono i giocatori chiave della formazione lusitana che la Juventus dovrebbe tenere maggiormente d’occhio?

“Pote, Pedro Gonçalves, è un attaccante portoghese che mi piace molto: ha mobilità e si muove molto bene tra le linee. Sono tutti bravi i calciatori dello Sporting, anche se non hanno dei veri e propri top player. Anche il portiere, Adán, è molto forte: ha esperienza e ha anche giocato nel Real Madrid. Poi c’è anche il giovane Ugarte, di cui si parla già di una possibile vendita. Edwards, questo giovane inglese che mi piace tantissimo.

E poi hanno diversi giovani della cantera, che vengono promossi in prima squadra e sono un po’ come Rafael Leão: hanno capacità di dribbling e molto coraggio, possono creare occasioni. Non è una squadra che ha un undici titolare fortissimo, ma stanno tutti bene fisicamente e interpretano bene le idee dell’allenatore. Anche il calciatore che ha tirato il rigore finale all’Emirates Stadium, Nuno Santos, che giocava al Rio Ave, è un giocatore modesto ma ultimamente sta benissimo, tira e riesce a giocare bene. Secondo me sta avendo un rendimento altissimo”.

Come gioca lo Sporting Lisbona? Quali sono i suoi punti di forza e di debolezza a livello tattico?

Lo Sporting è una squadra che gioca in modo molto veloce e fisico. Fisicamente riesce sempre a stare in partita per i 90 minuti e questo è molto importante nel calcio moderno. Non tutti i club portoghesi erano così: sono compatti, difendono e attaccano insieme. Un punto di debolezza potrebbe essere la difesa, perché comunque hanno subito sempre dei gol. Ricordo che c’è stato un momento contro il Marsiglia in cui la retroguardia era stata fortemente criticata. Anche contro l’Arsenal hanno concesso due gol in casa. Non si può dire che sia una difesa così serrata come quella del Porto, che è più solida. Loro, però, riescono sempre a creare occasioni, in qualsiasi stadio. A differenza di tante altre squadre, sono anche molto bravi a concretizzare”.

Quali, secondo lei, potrebbero essere le strategie di Allegri per battere lo Sporting Lisbona?

“Questo sicuramente Allegri lo saprà meglio di me. La Juve interpreta sempre bene le doppie sfide. Ora non c’è più la regola delle reti in trasferta, bisognerà difendere bene e concedere meno gol possibili, non come ha fatto l’Arsenal: i Gunners hanno concesso tre reti allo Sporting. In una situazione così, contro una squadra coraggiosa e che non ha niente da perdere, che ha un sacco di giovani che corrono, può essere pericoloso. La Juve deve cercare sempre di tenere il controllo della gara come sta facendo in questo periodo in campionato e dare poche chances agli avversari”.

BENFICA

Quali sono i punti di forza del Benfica e quali sono i giocatori che potrebbero influenzare il risultato della partita contro l’Inter?

“Il Benfica è più forte dello Sporting. È una squadra veramente molto forte, una vera macchina da gol. Giocare contro di loro e passare questo turno sarà molto difficile per l’Inter. Credo che tutti abbiano già visto contro la Juve di cosa è capace ed è riuscito a lasciare al secondo posto nel girone il Paris Saint-Germain. È una squadra che sta bene fisicamente, che corre e fa transizioni veloci. Ha un gioco molto tedesco, come il suo allenatore. Tutti i giocatori sono compatti, fanno scambi rapidi. Sono molto concreti quando crossano e sanno sempre dove mettere la palla, a differenza di altre squadre. Giocano quasi sempre con lo stesso undici titolare. Roger Schmidt cambia veramente poco, è la sua filosofia”.

Quali sono, invece, i suoi punti deboli? Quali difficoltà potrebbe incontrare contro l’Inter?

“Io, onestamente, punti deboli in questo Benfica non ne vedo. Non subiscono tanti gol, sono leader in campionato e stanno facendo una stagione veramente impressionante. Potrei dire, e mi sembra un po’ ovvio, che hanno meno esperienza rispetto ai giocatori dell’Inter, che sono dei campioni. Però se andiamo a vedere i singoli, la differenza non è neanche tanta: il portiere Odysseas Vlachodīmos sta facendo molto bene in Champions, Otamendi è campione del mondo e in UCL ha una cinquantina di presenze.

João Mário ha molta esperienza ed è stato anche campione d’Europa con il Portogallo. Gonçalo Ramos ha già disputato una serie di partite internazionali importanti. Hanno ceduto Enzo Fernández, che è stata sicuramente una grande perdita. Florentino è un centrocampista molto bravo, è uno dei miei giocatori preferiti del Benfica. Ora c’è anche Aursnes, un giocatore norvegese che è molto preparato. Ripeto, tra i i punti deboli di questo Benfica metterei l’esperienza, ma la differenza con l’Inter non è tanta”.

Qual è il livello di fiducia della squadra e della dirigenza del Benfica rispetto alla partita contro l’Inter? Come crede che si stiano preparando per questo match?

“Il livello di fiducia è enorme, sono tutti molto fiduciosi di poter arrivare in semifinale. Credono che lì sfideranno il Napoli e, in quel caso, incontreranno qualche difficoltà. Però sulla carta potrebbe non essere così. L’Inter queste gare le affronta molto bene, sa difendere e ha dei giocatori capaci di fare la differenza. Questo match lo stanno preparando come sempre. Roger Schmidt ha dato anche una settimana di ferie ai giocatori durante la pausa delle Nazionali. I calciatori che non sono stati convocati dalle rispettive Nazionali hanno avuto una piccola vacanza.

Schmidt ha fatto una pre-season molto intensa, la squadra ha capito benissimo cosa voleva e come interpretare il suo gioco. Da quel che mi dicono i giocatori, ora è solo una questione di continuità. Tutti i nuovi schemi sono stati preparati all’inizio della stagione e ora si stanno preparando in tutta tranquillità. Come ho già detto, i ragazzi hanno anche dei giorni di riposo in più. Per questo sicuramente non faranno lavoro extra. Faranno tattiche e guarderanno video ma, da quel che mi è stato detto, il grosso del lavoro dei giocatori è stato fatto nel corso della pre-season, che è stata molto dura e intensa”.

Quali sono le aspettative del Benfica per questa stagione e come giudica il percorso fino ad ora?

“Sicuramente è una stagione al di sopra delle aspettative. L’obiettivo è sempre provare a vincere lo scudetto, ma quello è stato quasi vinto. Non è da tutti giocare così bene, vincere un girone di Champions con Juventus e PSG, essere tra le otto migliori squadre d’Europa e forse anche andare avanti. Il Benfica può davvero proseguire il suo percorso europeo, ma l’Inter ha beccato la squadra più facile, almeno sulla carta. La formazione portoghese non è certamente come Real Madrid e Bayern Monaco, che sono abituatissime a giocare a questi livelli. Il Benfica, però, anche ha avuto fortuna: con tutto il rispetto, l’Inter non è come le squadre che ho citato prima. Entrambe, quindi, possono dire la stessa cosa. Per me sarà una gara aperta, 50 e 50, dove può passare chiunque.

Per il Benfica già essere a questi livelli è una vittoria. Ho visto tutte le loro ultime stagioni e questa è quella che mi ha impressionato di più. Poi giocano ben tre giocatori prodotti dal vivaio: Florentino, il difensore centrale Antonio Silva e Gonçalo Ramos. Florentino, che era stato prestato al Getafe, è un grandissimo talento e ora si parla di lui come uno dei centrocampisti principali. Anche João Mário, che in Italia è stato criticato da tutti, è stato campione d’Europa con il Portogallo e ora è capocannoniere della Liga.

Non è stata fatta una grande campagna acquisti, semplicemente hanno recuperato calciatori a cui mancava un po’ di fiducia. Hanno una difesa forte, formata da Antonio Silva e Otamendi. In attacco ha ceduto Darwin Núñez, che per molti è una grande perdita, ma alla fine Gonçalo Ramos si sta dimostrando addirittura superiore a lui. Ha venduto Enzo Fernandez, il campione del mondo che tutti conoscono, e ha ripreso Chiquinho che giocava in prestito e ora sembra Zidane.

Forse è proprio questo che manca in Italia: coraggio di prendere un allenatore come Roger Schmidt, che è stato in leghe minori, invece di prendere i vari tecnici come Conte. Alla fine sono questi i mister che migliorano le squadre e i giocatori. In Italia c’è sicuramente più pressione perché il livello è più alto, ma posso garantire che giocare all’Estádio da Luz, con i tifosi che esigono la vittoria dello scudetto e delle buone prestazioni in Champions, non è facile. Schmidt è un allenatore molto tranquillo e calmo. Sta facendo benissimo”.