«È un fuoriclasse, il Lazio lo voterà»

«È un fuoriclasse, il Lazio lo voterà»

PESARO Cortesie tra amici, di quelli che fino a poco tempo fa si chiamavano compagni, sull’asse Pesaro-Roma, con il sindaco uscente Matteo Ricci, in lizza per l’Europa, che cala il jolly e prova a sparigliare le carte di una rincorsa elettorale all’ultimo voto (a occhio e croce per un seggio a Bruxelles ne servono 40mila non bruscolini). L’assist lo forniscono alcuni protagonisti della politica capitolina tra cui Claudio Mancini, parlamentare democrat di lungo corso e vicinissimo (ovvero fedelissimo) al sindaco Roberto Gualtieri di cui è stato anche consigliere al tempo in cui l’attuale primo cittadino della città eterna era ministro del Lavoro sotto il governo Conte II.  

L’accoglienza

«Matteo Ricci lo considero tra i politici migliori della sua generazione, un fuoriclasse a livello nazionale e sono sicuro che farà molto bene per le Europee» spiega Mancini che l’altro giorno era a Senigallia a sostenerne la candidatura. «Come me – prosegue – siamo in tanti a pensarlo. Ricci fa parte di una classe politica rinnovata e in grado incarnare i valori della tradizione della vera sinistra e al tempo stesso di esprimere i valori europei. Otterrà un ottimo risultato in termini di voto: ho riscontri sia in Toscana che in Lazio dove si sta muovendo bene ed è molto attivo. Dove va riceve una calorosa accoglienza: parla chiaro, sa argomentare bene, è autorevole e concreto». Eppure Ricci non parte benissimo in quanto nella lista della circoscrizione Centro del Pd arriva dopo Schlein, Zingaretti, Laureti, Tarquinio, Nardella e Rondinelli, senza contare che nelle Marche deve farsi largo tra Alessia Morani e Michele Franchi. Decisamente un bell’affollamento di competitor.
«Ci sono le preferenze – prosegue Mancini- non dimentichiamolo. Nel Lazio le indicazioni sono per Schlein, Zingaretti e Ricci». E il Lazio e la Toscana sono le due regioni che pesano nel Centro, dove Umbria e Marche arrancano come popolazione. È l’aritmetica bellezza: il Lazio fa quasi 6 milioni, le Marche non raggiungono il milione e mezzo. La botta di conti del ragioniere Ricci l’ha già fatta e non lo nasconde. «Bisogna battere dove ci sono i voti» ha detto una settimana fa, in viaggio verso Roma, intervenendo in collegamento al dibattito elettorale che la Cna di Pesaro e Ancona ha organizzato con i candidati al Parlamento Europeo a Senigallia. Ergo, per chi lo conosce, sa già che la sua riscossa (questo lo slogan scelto) se la giocherà fino in fondo con l’obiettivo di una calcistica remuntada. La tessitura delle alleanze di Ricci parte da lontano – i suoi pit stop romani sono stati frequenti nell’ultimo anno – ed è su due livelli: la rete dei politici tout court e quella degli amministratori locali dove ha il terreno favorevole di essere coordinatore dei sindaci dem e presidente di Ali. E qui il cerchio torna alle cortesie tra amici. Non è la prima volta che Mancini viene nelle Marche. Venne anche a settembre 2020 a sostegno di Mangialardi e per presentare il libro di Ricci “Vincere l’odio”.

Corsi e ricorsi

Quel giorno, con vista sul porto di Ancona, in nuce c’era già tutto (tranne forse il risultato della Regione Marche). «Mancini è un pilastro della nostra politica nazionale e riformista» disse Ricci. Mancini ricambiò: «Conosco Ricci da tempo. E abbiamo anche radici simili, tratti comuni nelle rispettive biografie. Suo nonno è stato in Belgio come il mio. Il suo in cerca di lavoro, era a Marcinelle. Al mio, in pieno regime fascista, gli venne consigliato di lasciare l’Italia e per diverso tempo trovò rifugio in Belgio». Non solo: «Noi siamo amici delle Marche. Non ci dimentichiamo che i voti della vostra regione contribuirono a far vincere Gualtieri in Europa. E tra amici di lungo percorso politico bisogna sostenerci a vicenda».
Corsi e ricorsi storici. Oggi se ci fosse Palmiro Ucchielli, coriaceo sindaco di Vallefoglia e ormai gran saggio del Pd, chioserebbe con uno dei suoi proverbi: mai vendere la pelle dell’orso. Orso, alias Ricci, che continuerà a battere ancora il Lazio, e a mandare messaggi rassicuranti di pax dem a Schlein e correnti: «Dobbiamo ottenere il massimo risultato possibile per il Pd. Perché più forte sarà il Pd meno difficoltà avremo, il giorno dopo, a costruire un nuovo centrosinistra per l’alternativa alla destra del paese. E questa azione la dovremmo fare in particolar modo noi nelle Marche».