ROMA. Il navigatore per una volta non fa l’oracolo quando lo interroghiamo su come portarci sullo stesso percorso della Vespa 125 di Gregory Peck e Audrey Hepburn nel 1953 in “Vacanze romane”. E allora saliamo in sella alla nuova Vespa GTS, vent’anni l’anno prossimo quando il film ne farà settanta, accontentandoci di un tramonto su Villa Pamphili direzione Trastevere per una prima impressione di guida.
A Pontedera hanno rimesso mano all’ammiraglia di tutte le Vespe, quella GTS nata Granturismo nel 2003 e negli anni aggiornata soprattutto nei motori e quasi nulla nella linea, perché guai a sbagliare su una simile icona: “Abbiamo avuto sempre tanti suggerimenti diversi dai clienti su come migliorare la GTS – dice l’uomo del marketing Giuseppe Molineri – ma tutti concordavano su una cosa: non toccate lo stile”. Così, la nuova GTS è nuova ma non troppo. Se la celebre scocca in acciaio non è stata sfiorata, i designer sono intervenuti sui dettagli, combinando colori e tecnologia avanzata per esempio per le luci anteriori e posteriori full Led con firma luminosa dietro, mentre il marketing ha ottenuto una più ampia personalizzazione: 4 versioni – Classic, Sport, SuperSport e SuperTech – con prezzi di listino fra i 6 mila e i 6.500 per la versione 125 e fra i 7 e i 7.500 per la 300 HPE, la Vespa più potente della sua lunga storia con quasi 24 cavalli a disposizione.
Il marchio Vespa? Vale 906 milioni di euro
21 Gennaio 2022
Gli ingegneri hanno messo bocca su pochi altri dettagli ma importanti, soprattutto per noi che stiamo per affrontare asfalto, buche e pavé tipicamente romani. La nota sospensione monobraccio anteriore, quella per intenderci proveniente all’inizio dalla ruota del carrello di un aereo, è stata completamente rivista nello schema di funzionamento, con l’obiettivo di dare maggiore stabilità anche alle alte velocità. Stessa missione per il manubrio allungato di due centimetri per parte, anche in chiave di rivisitazione ergonomica. Rivisto l’impianto frenante Brembo, ritarate le sospensioni posteriori per offrire alla nostra Audrey o al nostro Gregory un comfort migliore. Sulla nuova Vespa GTS ci sono poi tante altre novità e chicche come una connettività avanzata, ma queste sopra sono le principali mentre ci avviamo – partenza con sistema keyless, wow – sulle strade della Capitale.
Dopo un giro più breve sulla 125, motorizzazione più che sufficiente per una guida urbana facile e sicura, saliamo sulla 300. La nuova sella è un giusto compromesso tra imbottitura e tenuta per eventuali lunghe distanze che si fanno in tranquillità, chi già possiede una 300 sa di che si parla. Silenziosa, la GTS va via in scioltezza: ai semafori scatta che è una meraviglia, il resto è tutta agilità grazie a ruote da 12 pollici a sezione larga, meno confortevoli certo di una 17 ma perfetti per certi safari urbani nel traffico romano.
Idea Vespa Pic Nic, lo scooter con telo e cestino
05 Luglio 2022
Nell’unico tratto di strada dove possiamo provare una velocità più alta, l’avantreno con la nuova sospensione trasmette una sensazione di solidità e stabilità rassicuranti. Sulle rotaie di tram e sulle buche che a Gregory Peck sono state sicuramente risparmiate, la Vespa GTS passa senza problemi per la tenuta e per la nostra schiena. La frenata è agevolata da leve con migliorata modularità, Abs e Asr sono pronti a fare il loro dovere se per qualche malaugurato motivo doveste averne bisogno. Per i consumi, sappiate che c’è lo start e stop a tagliare l’accensione ai semafori per ripartire senza sussulti appena si dà il gas.
Che tuffo al cuore: torna la Vespa 50 Special, elettrica
20 Giugno 2022
Il resto è fatto di altre cose che appagano lo sguardo, dallo schermo TFT a quello sdoppiato analogico e digitale rivisitato, dalle colorazioni anche sgargianti ai dettagli cromatici per le finiture che cambiano, fino alla sciccheria sulla SuperTech di avere una luce interna a Led nel vano sottosella per il casco, che si spegne a tempo. Stop per adesso, GTS sul cavalletto centrale (ma c’è anche quello laterale) e due cosette non da like: gli specchietti retrovisori trapezoidali non saranno mai belli come quelli rotondi, né saranno mai comodi né belli i poggiapiedi a scomparsa per il passeggero posteriore (la scarpa tocca la gamba del guidatore quando mette i piedi a terra), inevitabilmente rimasti lì perché sarebbe stato necessario riprogettare la scocca. Con Audrey oggi sarebbe stato un piccolo guaio: pare portasse il 40.