La truffa della ricarica, la banda dei Castelli che ha raggirato centinaia di vittime in tutta Italia

Si fingevano interessati all’acquisto di auto, moto ed altri prodotti valore messi in vendita su internet. Una volta adocchiata la vittima mettevano in scena il copione contattando il venditore telefonicamente ed accertandosi soprattutto che fosse dotato di una carta prepagata Postepay, poi invece di versare incassavano, facendo perdere le proprie tracce. Sono centinaia le truffe compiute dalla banda con base operativa fra i Castelli Romani e l’agropontino. Roma, Milano, Firenze, Genova, Bologna, Vicenza e Verona, queste alcune delle città dove il sodalizio è riuscito ad allungare i propri tentacoli, con un giro d’affari stimato di oltre 100mila euro che potrebbe aver coinvolto altre decine di persone in centro e nord Italia. 

A mettere i carabinieri sulle tracce della banda, oltre che decine di denunce, alcuni pagamenti effettuati al pos di un ristorante di Castel Gandolfo, il cui proprietario faceve parte della banda, effettuati durante il lockdown in zona rossa, con gli stessi che non sono poi passati inosservati agli investigatori nel resto delle indagini. Quattro le persone arrestate, 9 quelle indagate a vario titolo. Dovranno rispondere di truffa, riciclaggio, autoriciclaggio, indebito utilizzo di carte di pagamento e simulazione di reato.

La truffa delle ricariche 

Le indagini che hanno portato all’arresto di quattro persone, residenti ai Castelli Romani e nei Comuni dell’agropontino, sono state condotte da gennaio a luglio 2021, dai carabinieri del nucleo operativo e della stazione di Castel Gandolfo ed hanno consentito di accertare la consumazione di decine di truffe, per un giro di affari stimato in circa 130.000 euro, con vittime in tutta Italia. Nel mirino cittadini che mettevano in vendita prodotti di valore, quali auto, moto, pezzi di ricambio, ma anche falciatrici ed attrezzi da lavoro ed agricoli. 

 

Il modus operandi 

Questo il modus operandi secondo l’accusa: gli indagati si fingevano interessati all’acquisto di beni messi in vendita tramite annunci che apparivano su un sito internet (solitamente Subito.it, con il portale del tutto estraneo ai fatti) poi, con schede telefoniche intestate ad inesistenti stranieri, chiamavano gli inserzionisti e, con artifici e raggiri, li guidavano a compiere una serie di operazioni tramite gli sportelli postamat tramite postepay che di fatto li inducevano a versare, indebitamente, somme di denaro su carte prepagate intestate a prestanomi; infine, il denaro veniva prelevato in contanti attraverso sportelli Atm o tramite fittizi pagamenti presso i pos di un ristorante di Castel Gandolfo (gestito da uno dei destinatari della misura cautelare in carcere).

Il materiale sequestrato 

I militari dell’Arma, durante le investigazioni, hanno sequestrato le carte prepagate e di pagamento utilizzate per ricevere i proventi delle truffe, documentazione contabile e fiscale, telefoni cellulari e vario materiale probatorio. In un caso, un’indagata è accusata di aver falsamente denunciato lo smarrimento di tre carte Postepay a lei intestate, di fatto utilizzate per la consumazione di truffe con la sua complicità. Il procedimento versa tuttora nella fase delle indagini preliminari.

Il blitz alle prime ore del giorno 

Accertate le eventuali responsabilità della banda delle ricariche, stamattina è scattato il blitz alle prime ore del giorno nelle province di Roma e Latina, dove i carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo hanno eseguito, con l’ausilio di militari di altri reparti dell’arma e velivoli del nucleo elicotteri carabinieri di Pratica di Mare, un’ordinanza che dispone misure cautelari – emessa dal Gip del tribunale di Velletri su richiesta della locale procura della Repubblica – nei confronti di 4 persone (3 in carcere e una ai domiciliari) gravemente indiziate dei reati di  truffa, riciclaggio, auto riciclaggio, indebito utilizzo di carte di pagamento e simulazione di reato. In totale sono però 9 le persone indagate, a vario titolo, per i medesimi reati.